giovedì 31 marzo 2016

Intervista alla scrittrice Soraya Tiezzi che ci racconta il suo romanzo “Ermione di Sparta” - Alberto Zuccalà





-Chi è Soraya?
-Soraya è una ragazza di ventuno anni che ama leggere, scrivere e viaggiare. La sua ambizione è quella di diventare una scrittrice famosa quanto lo è la Rowling o Khaled Hosseini (che stimo molto). Soraya vuole lasciare un segno ed essere ricordata, non cadere nell’oblio come accade purtroppo a molti.

-Parlaci un po’ del tuo libro ‘Ermione di Sparta’, come è nato?
-Ermione di Sparta nasce dalla voglia di far rivivere i personaggi di Omero, tutti quei personaggi che amo, Achille, Patroclo, Ettore ecc… solo che per farlo ho sfruttato un personaggio poco conosciuto a molti, appunto Ermione, figlia di Elena, l’ho usata per parlare ancora di quella immane guerra nata per via di una donna ma poi continuata solo per l’avidità di un re, diciamo che non è poi diverso da ciò che accade ai giorni nostri, solo che oggi abbiamo armi molto più potenti, che se usate senza giudizio potrebbero distruggere tutti, senza eccezioni.

-Che tipo di “personaggio” è Ermione?
-Ermione non è la classica principessina che ha paura di rompersi le unghie e che passa il giorno a piagnucolare. No. Ermione è una ragazza giovane dato che non ha ancora vent’anni, mossa dal desiderio della vendetta, vendetta verso Paride e sua madre, vendetta verso suo zio. Vive per vendicarsi e non ci pensa due volte a sporcarsi le mani ed entrare in azione, non crede di avere molto altro da perdere dopo Elena, la cugina Ifegina uccisa dallo zio Agamennone e quindi anche lo zio, e infine il padre. Ma purtroppo si sbaglia, ha ancora molto da perdere e lo imparerà proprio a Troia, dove incontrerà Achille e sboccerà l’amore tra lei e il cugino Oreste.
Ermione è forte e decisa e non si lascerà sfuggire ciò che vuole, alcuni eventi la metteranno in crisi un po’ ma li supererà e andrà avanti con la sua vita.

-Da quanto tempo scrivi?
-Allora cose serie, direi quasi tre anni, infatti il libro che ho iniziato quasi tre anni fa e che tratta di tematiche molto importanti è quasi alla fine, ma scrivo anche su EFP (un sito di fanfiction).
Comunque scrivo da sempre, io ho sempre amato scrivere fin da quando alle elementari le maestre davano i temi, è una passione e sinceramente credo anche una dote (non per vantarmi) ma c’è chi sa scrivere e chi prova a scrivere, e io credo davvero di rientrare nella prima categoria; so scrivere.



-Quanto hai impiegato per scrivere “Ermione di Sparta”?
-Mmh, meno di un anno sicuro… ricordo che un’anno fa ne parlavo con le mie amiche che mi hanno sempre sostenuta e continuano a farlo, ed ero già a buon punto con la storia, be’ quando la si ha in mente si scrive facilmente in genere, anche se non sempre è così… dipende da storia a storia e anche dalla fantasia e dalla concentrazione e soprattutto dal tempo che si dedica alla scrittura.

-Scrivi solo romanzi storici?
-Prevalentemente si, ma non solo, appunto il libro che sto terminando non è storico o almeno non come può esserlo Eroine di Sparta, è narrativa, molto più simile a Khaled Hosseini, infatti la storia è ambientata in Afghanistan, quindi di storico non c’è granché..

-Progetti futuri?
-Come dicevo questo romanzo è ambientato in una Kabul che in pochi hanno conosciuto e che spero di pubblicare presto; e un altro sempre storico su Alessandro Magno e il suo generale, Efestione.

mercoledì 30 marzo 2016

#1 La graforecensione di Alberto Zuccalà per il romanzo "Il negativo dell'amore" di Maria Paola Colombo (Mondadori)




Maria Paola Colombo, con il romanzo “Il negativo dell’amore” inizia la sua avventura di scrittura con la Mondadori e conquista immediatamente pubblico e critica. Il suo primo lavoro, a cui è seguito (da pochi giorni) il “Il bambino magico” (Mondadori) è il “negativo fotografico” di una storia avvincente che ha per protagonisti due bambini: Cica e Walker, due anime leggere che riempiono il lettore di tenerezza e umanità.

Il video apre la serie delle “Graforecensioni” dal titolo “Un disegno per un libro” su you tube. 





martedì 29 marzo 2016

La scrittrice Stefania Rinciari ci conduce nel suo romanzo d’esordio "Scrivimi" - Alberto Zuccalà



 



Romana di nascita e brugherese d'adozione, la scrittrice Stefania Rinciari ha pubblicato a dicembre 2015 il suo romanzo d’esordio dal titolo "Scrivimi". 
Ecco una breve intervista che ci ha rilasciato per gli amici del Tendone.

Innanzitutto raccontaci: com’è la vita di una scrittrice?
«A patto che non mi prendiate per pazza vi dirò la verità: è una doppia vita, come quella dei supereroi! Di giorno sono una comunissima impiegata, lavoro, faccio la spesa e sbrigo le commissioni come tutti, nel tempo libero mi trasformo completamente e armata della tastiera del mio computer cerco di convertire lettere e spazi in emozioni e sentimenti».

Quando hai cominciato a scrivere?
 «La passione per la scrittura c'è sempre stata, fin da bambina quando preservavo i ricordi nel mio diario segreto. Ad un certo punto non mi bastava più raccontare la mia vita e ho deciso che avrei cominciato ad inventarne altre; così sono nati i primi racconti brevi, alcuni a tema, altri a libero sfogo. Due anni fa ho deciso che dovevo mettermi in gioco e provare a scrivere un romanzo».

E da lì è nato “Scrivimi”…
«Esatto. Vorrei precisare una cosa però: per quanto razionalmente e metodicamente si possa immaginare una storia, non credo che si possa davvero decidere di scrivere un libro. Per quanto mi riguarda cerco semplicemente di dare corpo e colore ai personaggi che affollano i miei pensieri, un modo creativo per tenere a bada "le voci" che sento. Nel mio caso poi i protagonisti assumono vita propria e la storia cambia autonomamente di pagina in pagina, non è mai prestabilita fin dal principio. Perciò dopo averli tratteggiati mi diverto ad osservarli nello svolgimento dell'azione, limitandomi a descrivere quello che vedo».

È stato difficile arrivare alla pubblicazione?
«Devo confessare: ho ricevuto le prime proposte praticamente subito. Ho terminato la stesura ad agosto e a fine settembre ho firmato il contratto, dopo aver vagliato le varie offerte che mi erano state sottoposte. Se si cerca bene e soprattutto se non ci si lascia ingolosire dall’idea di vedere il proprio libro pubblicato a tutti costi, si può arrivare a conoscere un editore serio, che sappia come fare il proprio lavoro e soprattutto che creda nelle potenzialità dello scrittore. Il mercato editoriale è complicato…».

Cosa vuoi dire?
«Voglio dire che ci sono due facce della stessa medaglia: da una parte ci sono scrittori validi ed editori seri, i primi con un grande talento ed i secondi con una grande professionalità, dall’altra parte ci sono scribacchini impettiti che non conoscono nemmeno le regole pratiche della grammatica italiana e le fabbriche editoriali senza scrupoli, che chiedono soldi in cambio della pubblicazione, disinteressandosi totalmente del contenuto di ciò che viene stampato. Il problema è che nella maggior parte dei casi gli scrittori validi si imbattono negli editori furbetti, mentre gli scribacchini riescono (non si sa bene come) ad arrivare ai grossi gruppi editoriali. Come dicevo sopra, la faccenda è complicata!».

Torniamo al libro: di cosa tratta?
«La storia è questa: Sofia è una trentenne moderna ed emancipata, vive da sola, ha un lavoro ed è completamente immersa nel mondo moderno, fatto di smartphone, social network e frenesia tecnologica. Un giorno riceve una lettera cartacea e da una sua scelta apparentemente casuale si metteranno in moto una serie di eventi che le riveleranno la vera storia della sua famiglia e la porteranno a vedere la realtà con occhi diversi».



Dove si può  acquistare il tuo libro?
Il metodo più veloce è ordinarlo presso l'editore (www.delbucchia.it), è inoltre presente sia sul sito di IBS (www.ibs.it), è a catalogo presso la Feltrinelli e comunque è prenotabile in qualsiasi libreria. Vi lascio i riferimenti:
Titolo: Scrivimi
Autore: Stefania Rinciari
Editore: Marco Del Bucchia Editore
ISBN: 9788847108127

Un’ultima domanda: perché dovremmo leggere il tuo libro?
«Per diversi motivi. Primo perché è una bella storia, di quelle che per qualche ora ti fanno dimenticare i problemi quotidiani, secondo perché la narrazione è un pretesto per condurre verso una riflessione più profonda sui nostri giorni e su quelle cose che diamo per scontate senza nemmeno accorgercene, terzo perché ogni lettore dovrebbe dare almeno una possibilità ad uno scrittore emergente e magari un giorno potrà vantarsi di aver scoperto un nuovo talento in tempi davvero non sospetti!».




sabato 26 marzo 2016

Andrea Gualchierotti e Lorenzo Camerini, due scrittore uniti dal romanzo "Gli Eredi di Atlantide" - Alberto Zuccalà



 Di cosa parla gli Eredi di Atlantide?



- Lorenzo: Gli Eredi di Atlantide è sopratutto una storia d'avventura e mistero, ambientata in un’ epoca ormai molto lontana,oltre 10.000 anni fa, prima della storia "ufficiale", quando l'impero di Atlantide era la prima grande civiltà esistente. Il nostro romanzo racconta come questa grandiosa civiltà è scomparsa e come alcuni suoi rappresentanti abbiano avuto modo di salvarsi, fra peripezie, scontri e la rivelazione di un segreto inaspettato.




E' una storia completamente fantastica o c'è qualcosa di vero?



- Andrea: Come in ogni buona ricetta, perchè il risultato sia godibile gli ingredienti devono essere ben mescolati: Gli Eredi di Atlantide può essere ovviamente letto come un romanzo d'avventura puro e semplice, con un sfondo più esotico e fantastico del solito, ma il lettore invece più interessato all'archeologia misteriosa ritroverà in esso molti spunti sull'origine delle antiche civiltà e su avvenimenti del passato che ancora rimangono inesplicabili.



Ci sono stati modelli a cui vi siete ispirati? Quali sono i vostri autori di riferimento?



- Lorenzo: in generale quasi tutti gli autori della golden age del fantastico del secolo scorso - specie americani - sono stati una grossa influenza. Dovendo fare dei nomi i nostri idoli sono sicuramente R.E Howard e H.P. Lovecraft, che hanno creato mondi fantastici la cui vitalità è ancora intatta e ispiratrice. Abbiamo cercato di seguire lo stile di questi scrittori, ed anche l'ambientazione è ispirata al fantasy Sword & Sorcery.



Perché secondo voi il mito di Atlantide affascina ancora tanto?



- Andrea: i motivi sono sicuramente molteplici, ma probabilmente quello più influente è il fatto che il racconto di Atlantide, a differenza di altri, sembra sempre sul punto di diventare realtà: scoperte, studi e quant’altro si rincorrono ciclicamente, ogni volta annunciando il ritrovamento decisivo, che però ancora ci sfugge.... Questa incertezza concorre a mantenere viva la leggenda, facendo di Atlantide un’icona.



State lavorando ad altri progetti? Gli Eredi di Atlantide avrà un seguito?



- Lorenzo: alla luce dei buoni riscontri che stiamo ricevendo da lettori e appassionati, è con piacere che abbiamo deciso di fare maggiore luce sui lati inesplorati del mondo degli Eredi, sia dando un seguito alla storia principale ( ma è ancora un work in progress) sia dedicandoci a racconti più brevi riguardanti alcuni dei nostri personaggi, storie queste che vedranno la luce all'interno di alcune iniziative particolari che annunceremo a tempo debito.