mercoledì 30 settembre 2015

Amici di blog: "RAMINGO BLOG" sul blog del clan del tendone - Alberto Zuccalà





Ciao a tutti!

Presentarsi non è mai facile, e ancor più arduo è parlare di sé stessi. Si rischia sempre molto quando si tratta di intessere un discorso che riguarda la propria persona, pertanto preferisco descrivermi in due righe dicendo che sono un giornalista pubblicista laureato in Filosofia all'Università Cattolica di Milano. Alcuni anni fa ho pubblicato due libri e da diversi anni mi occupo di letteratura e cultura a 360°. Dopo aver collaborato per tre anni con delle testate di quotidiani locali, ho deciso di “mettermi in proprio” in quanto desideravo maggiore libertà, spazi e possibilità di espressione.

Proprio per questo motivo, per questo mio retroterra culturale e per queste esigenze, ho deciso di iniziare una vera e propria missione: rendere la cultura divertente e presente a quante più persone possibili. Per farlo avrei avuto bisogno o di un conto in banca inestinguibile oppure di una connessione internet, di un portale per aprire un blog e di tanta, tanta pazienza.
Date le mie risicate finanze, ho optato per la seconda e da più di sei mesi a questa parte sta gattonando il mio progetto, esattamente come un neonato alla scoperta del mondo che lo circonda.

RAMINGO! blog (https://ramingoblog.wordpress.com/) nasce con l'intento di non stare mai fermi, di non accontentarsi mai delle ricchezze culturali che vengono donate o che, da bravi bucanieri, andiamo a scoprire. Volevo dare spazio a recensioni di libri che non fossero i soliti romanzoni di autori conosciuti, volevo scoprire i meandri dell'editoria, intervistare scrittori e artisti esordienti così come celebrità del settore, volevo avere la mia rivista letteraria e aiutare quante più persone a vedere realizzato il proprio sogno di pubblicare le proprie poesie e racconti su una pagina che, man mano che il tempo avanza, aumenti di autorevolezza.

Volevo, insomma, un laboratorio culturale, una fucina per nuovi talenti, che non andasse alla ricerca di un “X Factor” millantato su un palco da saltimbanchi, ma di quel “non so che” capace di unire la bravura esecutiva con l'umiltà della persona e il piacere della chiacchiera.

Ed ecco che mi sono venute in aiuto in questo progetto persone incredibilmente preziose come Elena, Sara Zelda, Asa, Antonella, Linda, i membri del Movimento per l'Emancipazione della Poesia, i componenti della Beltane Fire Society, le diverse Case Editrici che costantemente ci mandano comunicati e libri nonché tantissimi altri che giorno dopo giorno aiutano questa piattaforma a crescere sempre più. (Sono sicuro di aver dimenticato qualcuno ma quest'ultimo non me ne voglia in quanto il mio ringraziamento vuole essere di cuore e globale).

Spero pertanto che RAMINGO! possa crescere ulteriormente, possa essere motivo di orgoglio per quelli che vi pubblicano così come per quelli che leggono ricordando la totale gratuità nei confronti delle case editrici e degli autori che sottopongono i loro lavori alla nostra redazione.

Cambiare le cose è possibile, così come è possibile creare una rete di autori e lettori che sia fresca e spontanea e se anche voi avete voglia di far parte della nostra squadra potete contattarci all'indirizzo ramingoblog@gmail.com. Da parte nostra le porte, e le braccia, sono sempre aperte.


Mendes Biondo

martedì 29 settembre 2015

Intervista a Giulia Mastrantoni, autrice straordinaria - Alberto Zuccalà



Parliamo con Giulia Mastrantoni, 22enne che ha pubblicato "Misteri di una notte d'estate", "One Little Girl - From Italy to Canada" e che sta per intraprendere una nuova avventura con la Panesi Edizioni. Tante passioni, mille idee, un sacco di biglietti aerei.



Chi sei, Giulia?
Mi chiamo Giulia Mastrantoni, ho 22 anni, sono laureata in Lingue e ho un tantissima voglia di vivere. Ho recentemente ricevuto molte soddisfazioni letterarie, come il premio Napoli Cultural Classic e la pubblicazione della mia prima antologia di racconti, “Misteri di una notte d’estate”. Poi ho deciso di pubblicare il mio primo eBook in inglese, “One Little Girl – From Italy to Canada”, che è uscito in concomitanza con il mio trasferimento in Canada per motivi di studio.
È soprattutto di ironia che scrivo. Mi piacciono i colpi di scena, le situazioni ribaltate, i giochi di parole. Sarebbe una bella bugia dire che scrivere “è la mia vita”, perché la verità è che sono moltissime le cose che fanno parte delle mie giornate. Non posso fare a meno di nessuna di loro. Si è concluso da qualche mese un programma radiofonico che band emergenti che co-conducevo con Alessandro Flora. Viaggio in continuazione, e non sempre la destinazione è dietro l’angolo – come questa volta!. Attualmente studio per la laurea magistrale in Canada e progetto viaggi futuri... il mondo è gigante e devo ancora vedere un sacco di posti! Il fatto è che scrivere, per me, è il filo conduttore che tiene insieme tutte queste cose. C’è sempre qualcosa di me, in quello che scrivo. Magari un sentimento, o una sensazione provata anche solo per un secondo, ma di cui ho fatto tesoro. Non posso fare a meno di pensare che spero di continuare a scrivere per il resto della mia vita. Una vita senza racconti, storie di viaggio, romanzi… non riesco nemmeno ad immaginarla.

Cos’è Misteri di una notte d’estate?
È la mia prima antologia, edita da Edizioni Montag. Firmare il contratto è stato un momento emozionante. Da una parte è stata la realizzazione di un sogno di sempre, dall’altra… vogliamo dire che spero sia un punto di partenza? È impossibile smettere di scrivere. Devo ammettere che mi piace molto l’idea di divertire le persone con quello che scrivo. Di sorprenderle. Mi piacerebbe che fosse un momento di relax per loro. Che a fine lettura fossero… pronti a prendere la vita con ironia. Una cosa che ho imparato è che non bisogna mai buttarsi giù, né mollare. Darsi per vinti è la sola cosa che farà in modo di chiuderci tutte le porte in faccia. Bisogna credere in se stessi, mettercela tutta e provarci ancora, ancora e ancora. È questo che spero di trasmettere. 



Chi sono i tuoi personaggi?
Ce ne sono molti, e sono tutti sopra le righe. Il primo personaggio che ho inventato è stata la signora Pranley. È nella mia antologia, nel racconto “Il gallo della mezzanotte”. Le voglio un gran bene perché riflette tantissimo di una Giulia che ormai spero sia cresciuta. Era esattamente il mio alter ego, qualche anno fa. Volevo darle un lieto fine, ma non un lieto fine banale. Volevo anche che imparasse a vivere la sua vita senza dover aspettare che i sogni arrivino da soli. Insomma, volevo che diventasse una donna più forte. Anche più forte di me. Oggi sono molto felice, sia di me che di lei.
C’è anche Barbara, nel racconto “Mistero di una notte d’estate”. Non è la protagonista, anzi, fa una fugacissima apparizione. Ma abbiamo questa grande caratteristica in comune: facciamo entrambe la guerra al cuscino durante la notte. È più forte di noi, non siamo in grado di dormire in modo composto. Le sono affezionata.
E poi c’è Elise. Elise non ha bisogno di parole. Elise è la mia Elise, che spero diventi un po’ anche la Elise di chi la legge. È semplicemente troppo preziosa per essere descritta a parole, non saprei da dove iniziare. Siamo due persone distinte, ma spesso questo non viene percepito: a differenza di lei, non sono una mangia uomini. Non faccio neanche quello che farà lei alla fine della sua storia. Ma mi rispecchia tanto. Prende la sua rivincita, a modo suo. Il mistero la avvolgerà per tutto il racconto. E va bene così, la sua storia non verrà mai completamente svelata. Ma no, non siamo la stessa persona, anche se in molti azzardano un pensiero simile.
Altri miei personaggi sparsi su vari siti (SugarPulp) o in giro per concorsi (Napoli Cultural Classic) sono frammenti di me. E mi piace che sia così. Sono i miei pensieri negativi trasformati in storie positive. Tutto ciò che è negativo in me, lo faccio diventare qualcosa di positivo attraverso le parole scritte.

E One Little Girl?
Il mio romanzo breve in inglese è ambientato nella mia città natale, Frosinone, dove è stato anche “girato” il mini book trailer. È una storia molto fiabesca, con una bimba come protagonista. Il suo nome non si scoprirà fino alla fine del libro, così come il suo futuro. Non è un’autobiografia, ma mi piaceva l’idea di raccontare qualcosa che avesse come sfondo Frosinone. Ha senso, no? Viaggiare, ma avere nel cuore il posto da cui si proviene. Non vivo più lì da cinque anni, e mi sembra ancora incredibile.

Hai progetti futuri?
Una marea! Viaggi - che saranno ricchi di imprevisti, come sempre - poi nuovi libri, poi ancora tutto quello che il mondo avrà da offrirmi. La vita è troppo piena di vita, per trascorrerla fermi, no? Un progetto è certo, però! A Gennaio uscirà il mio primo romanzo breve in italiano per la Panesi Edizioni. Sarà un eBook erotico... stay tuned!


Eleonora Mandese e il suo romanzo "Tutta colpa del pallone" - Alberto Zuccalà






Cominciamo subito con le presentazioni.
Sono Eleonora Mandese, ho vent'anni e vivo a Milano dove frequento Lettere Moderne all'Università degli Studi. Il mio cuore però è meridionale, sono nata a Taranto e rimpiango tra i ricordi l'odore del mare e il calore della mia famiglia.
Scrivo, perché imprimere sulla carta il mio modo di vedere il mondo è l'unico strumento che ho per dare una voce a quello che spero sarà il mio futuro, arrivare ad una realtà editoriale che mi garantirà la presenza materiale in tutte le librerie d'Italia.
Ecco perché oggi vi parlerò del concorso “ilmioesordio2015”, al quale sono iscritta con il romanzo “Tutta colpa del pallone”.
“Ilmioesordio” è un concorso letterario di portata nazionale indetto dal portale “ilmiolibro.it” in collaborazione con “Newton Compton Editore” e “Scuola Holden”, una vetrina di eccellenza che in caso di vittoria garantisce allo scrittore la possibilità di uscire dal proprio stato di “emergente” e affermarsi più concretamente sull'universo editoriale.
Perché lanciarmi in questa avventura, così giovane e inesperta?
Semplice, perché ci credo.
Non sono così intraprendente da sperare in una vittoria, io stessa ho tanto da imparare come scrittrice emergente, ma credo fortemente  che l'unico limite che alla mia età ho il dovere di impormi è il non abbattermi mai, neanche davanti all'ostacolo più difficile da oltrepassare.
Dopo questa premessa, vi presento il romanzo con il quale sono in gara a “ilmioesordio2015”, “Tutta colpa del pallone”.
Nato come un chick lit, ovvero un romanzo rosa dalle sfumature ironiche, mi sono divertita a intrecciare la storia di una giovane aspirante giornalista, alla ricerca disperata di un'occupazione in una difficile Italia, con quella di un calciatore, Claudio Marchi, centrocampista della Nazionale risultato positivo ai test anti-doping.
Unire due mondi diversi al fine di mostrare al pubblico come la la diversità esista soltanto nel nostro modo di giudicare le “situazioni” è un aspetto che mi ha stuzzicato, incoraggiandomi ad addentrarmi in tematiche nuove.
Prima di presentarvi la trama, vi informo che è possibile sostenere la partecipazione di questo romanzo al concorso semplicemente registrandovi sul sito “ilmiolibro.it” e lasciando una recensione  al link che vi fornirò di seguito.
Il romanzo è acquistabile in formato cartaceo al prezzo di 8 euro e in formato e-book al prezzo di 99 centesimi.
Grazie per la vostra attenzione! Incrociamo le dita!



TRAMA ROMANZO “TUTTA COLPA DEL PALLONE”

Laura Sciorti è una neolaureata in Lettere con un sogno nel cassetto, scrivere per la rivista dei suoi sogni, la GDMagazine. Le viene offerta la possibilità di ambire a un posto a tempo indeterminato a patto che riesca a ottenere un'intervista da Claudio Marchi, centrocampista della Serie A risultato positivo ai test antidoping. Totalmente estranea al mondo del calcio ma determinata a raggiungere il suo obiettivo a tutti i costi, Laura competerà contro la collega Anna Bardi addentrandosi in un mondo fatto di allenamenti e serate mondane, collezionando il più delle volte una serie di imbarazzanti figure. Claudio Marchi mostra con ostinatezza a Laura il prezzo della fama, un conto che lo porta a non fidarsi di nessuno, neanche dei suoi sentimenti. Riuscirà Laura a nascondere l'inspiegabile attrazione che prova nei suoi confronti, anteponendo all'istinto il senso del dovere?

sabato 26 settembre 2015

Intervista a Roberta Mancarella, la pittrice che crea splendore - Alberto Zuccalà







Come nasce un’opera?
Un opera può nascere da un’idea e passare attraverso le linee di un progetto precedentemente definito. Più spesso nasce dal caso, così, da un qualcosa che tutto è tranne che quello che avresti immaginato. Credo siano “le opere che non mi aspetto” quelle più riuscite poiché rappresentano l’occasione per stupirmi, guardare con occhi nuovi la realtà del quotidiano, così come le infinite possibilità del colore che ho sottomano, scorgere e impadronirmi di una nuova scoperta.


Quando hai cominciato a dipingere?
Sarà banale ma, come immagino tanti pittori come me, da che ho memoria. Ricordo di aver sempre disegnato e subito dopo dipinto… da bambina dipingevo un po’ con quello che avevo a disposizione. Se non erano tubetti di colore… pestavo i petali di fiori che avevo in abbondanza giù in  giardino … e se non avevo fogli usavo vassoi, mattonelle… e i muri di casa.. quelli interni!

 
Cosa esprimi nelle tue opere?
Beh sono immagini riconducibili al mondo dell’inconscio, all’attività onirica. Di solito isolo frammenti di realtà riproducendoli con perizia nell’intento di portare il fruitore in una dimensione simbolica … che somigli alla realtà conosciuta ma che sia una dimensione diversa, profondamente eterea, poetica. La “poesia”della pittura credo sia il bene più grande, e questa poesia può passare per le forme del vero o essere completamente astratta… se è poesia lo vedi e lo senti immediatamente. Ti rapisce e ti resta dentro, e non puoi fare altro che portarla con te.


Cosa pensi dello “stile” in pittura?
Mmm questo è un tema fortemente dibattuto oggi. Credo che lo stile sia e debba essere semplicemente il timbro personale dell’artista. Oggi siamo reduci della lezione delle avanguardie storiche e l’arte contemporanea ha asservito ogni mezzo all’urgenza  della sua espressione. Credo che dobbiamo fare nostra la conoscenza  e l’esperienza di quello che sono stati e hanno significato i movimenti del secolo scorso, sia a livello teorico sia a livello propriamente tecnico. Dopo aver fatto nostra questa esperienza però, dobbiamo esprimere quello che siamo in tratti che, inevitabilmente riecheggiano le forme culturali storiche e contemporanee ma che, necessariamente, devono essere “nostre”. Poco importa, a mio avviso, se la tecnica della nostra espressività sia più o meno affine agli stili coevi. Ciò che conta davvero, credo, è che il nostro stile sia una scelta libera e consapevole.

Cosa pensi della pittura?
Ahahahah…. Che nn potrà mai essere sostituita dalla fotografia! Nn fraintendermi, amo la fotografia… alcune foto sono davvero delle opere d’arte! Credo solo che siano due cose troppo diverse. La pittura intrappola nella materia dei suoi tocchi tutto l’essere del pittore..
Più propriamente credo che la parola chiave della pittura sia innanzitutto ricerca, continua sperimentazione.. del colore, della tecnica, della forma, di sé stessi. Si tratta di “giocare” con la materia per tirar fuori forme inattese.

Cosa pensi della didattica dell’arte?
L’insegnante deve offrire un’attenta e rigorosa preparazione tecnica ma deve soprattutto mirare alla formazione di una mente libera e indipendente. Credo che il compito di un buon docente di pittura sia aiutare l’allievo a raggiungere i suoi propri obiettivi. Si tratta di individuare in modo arguto e istintivo le strade più favorevoli e vantaggiose per ognuno e incoraggiare l’allievo a perseguirle fino in fondo.
Compito arduo ma fondamentale credo, quello di trasmettere la capacità di stupirsi in modo inesauribile di fronte alle espressioni della realtà empirica e di fronte alle possibilità offerte dalla materia cromatica. Si tratta di autoprodurre, ogni giorno, l’occasione per fare felici scoperte e arricchirsi di ciò. In sintesi, aiutare l’allievo a diventare “curioso” di sé stesso.