martedì 30 luglio 2013

PARTENOPEI di Antonio Guardascione



Scusate l'espressione la forma non corretta il tono un po volgare per noi è importante il suono per noi è fondamentale a noi per culo,non ci si puó pigliare E chi non lo capisce risulta un po arretrato: lo "stato" è l'indecenza che genera il reato
Perdono l'ignoranza di chi con arroganza disprezzo e presunzione sostiene:Siam teatrali prendiam tutt'a canzone
Volevo precisare non senza indignazione che có sta tradizione v'avimmo dato onore d'appartenè a Nazione...só Antonio Guardascione

lunedì 29 luglio 2013

"Cacao amaro" di Martina Dei Cas - Il clan del tendone



Dopo una breve esperienza di volontariato in Nicaragua è nato questo romanzo, con l'obiettivo di raccontare un luogo lontano, ma al tempo stesso vicino al cuore di ciascuno di noi e di sostenere un progetto di aiuto in favore dei bambini di Waslala. 
Cacao Amaro è un collage di vite raccontate all'ombra delle palme da cocco, di leggende sussurrate nelle fincas di caffè, di conversazioni origliate sugli autobus gialli, sobbalzanti al ritmo dei rapper latini e della strada sterrata.
Se volete immergervi in un contesto lontano, ma pieno dei valori, passioni, intrighi e tradimenti che accomunano tutti i popoli del mondo, questa è la storia che fa per voi!

"Biglietto di terza classe" di Silvia Pattarini - Il clan del tendone


Biglietto di terza classe, 0111 editore. Una storia che copre un arco di tempo che va dalla fine dell'800 al primo ventennio del '900, una storia di emigrazione, dall'Italia stavolta, verso l'America, negli anni in cui il mondo pendeva da quella parte e a migrare eravamo noi italiani che, non sempre, dimostriamo d'avere imparato la lezione. Il romanzo di Silvia Pattarini, giovane mamma nativa di Milano che vive nella piacentina Valtrebbia, si colloca nel genere storico ed ha una natura diaristica. In apertura l'autrice scrive chiaro e tondo che se anche il punto di partenza è reale,'tattilmente reale' come un biglietto di viaggio di nave di terza classe per un ritorno da New York a Genova, realtà e fantasia s'intrecciano dando vita non a un documento storico ma ad un vero e proprio romanzo che, per natura sua, gode di maggiore libertà nel lanciare il suo messaggio che qui diventa 'grido' contro tante tipologie di ingiustizia a partire dalla vistosa (e goffa) differenza di locazione e di cibo sulla nave tra chi possiede un biglietto di prima, seconda o terza classe, emblema della diseguaglianza sociale che a quei tempi veniva marcata perfino nei funerali che, pur essi, avevano una prima, seconda e terza classe con tanti e diversi tipi di pennacchio sui cavalli che trainavano la bara. Se ci troviamo dunque a leggere un romanzo è pur vero - e qui va reso merito all'autrice - che non ci si accorge quando la fantasia mette il tappeto rosso alla vicenda umana e famigliare della bisnonna Lina, protagonista di una toccante storia che si snoda tra gustose descrizioni di paesaggi, climi psicologici e tanti dialoghi che rendono al naturale la mentalità, la cultura, la fede di un tempo che costituiscono il nostro humus, le nostre radici; e dunque il romanzo parla di noi, il tutto logicamente filtrato attraverso il sentire di chi narra, di chi crea, sollecitata -in questo caso- dal fortuito e realissimo ritrovamento di un biglietto datato 20 agosto 1919 che, con la sua forza evocativa, ha il potere di trasportarci ai primi anni del secolo XX quando Lina, ventenne, decide di intrapendere il viaggio verso la 'Merica'.

"BABELFISH" di Gino Pitaro - Il clan del tendone



Con “Babelfish, racconti dall'Era dell'Acquario”, Gino Pitaro narra una realtà divisa in molteplici tasselli, frammentata e allo stesso tempo esistente come entità unica. Il tema che fa da sfondo a tutte le trame è il “nomadismo esistenziale”, ossia il saper vivere nell'ambientazione allargata del mondo facendosi strada in mezzo alle molteplici contaminazioni socio-culturali che ne fanno parte. Dalla Spagna a Singapore, da Roma a Ginevra i protagonisti disegnano una sorta di melting pot, una realtà multipla che prende corpo nell’arco della narrazione. Sei storie differenti e sei protagonisti accomunati da uno stesso approccio alla vita, da una stessa condizione dell’anima che affronta ciò che vede cercando sempre l’analisi ragionata e la ricerca del dettaglio rivelatore. Vite uguali e diverse di cui l’intersezione con l’altro e l’osmosi culturale costituiscono il fulcro essenziale. I racconti possono essere letti sia in chiave sequenziale e cronologica che su binari paralleli, come se si trattasse dei molteplici alter ego di uno stesso protagonista alle prese con diversi destini. Per ogni storia un diverso aspetto della vita da sviscerare.

martedì 23 luglio 2013

solo a te - Zoè

Inutile che io parli
gli occhi miei lo fanno quando guardo i tuoi
solo per te
In silenzio
raccontandomi alle tue braccia
con quel sorriso che ho imbarazzato sulle labbra 
e il viso che del suo rossore si è vestito 
solo per te
Il cuore continuerà a battere
oggi come ieri
solo per te
Inutile che ci pensi troppo
la razionalità in questo caso non esiste
il cuore appartiene da sempre
solo a te


domenica 21 luglio 2013

Riso in giallo di Roberta Amorino - Alberto Zuccalà




Vivere, morire o sopravvivere pieni di "nevrosi"? La scelta cruciale è affidata a menti instabili e personaggi grotteschi ad un passo dalla camicia di forza. Situazioni esilaranti contornano lo scenario di un misterioso delitto. Un esperimento letterario senza paragoni; risata e riflessione si fondono, danzando l'accattivante tango dell'ironia. Colpi di scena cedono il passo a digressioni sull'animo umano, in un crescendo di suspance e divertimento. 

mercoledì 17 luglio 2013

"Pianura" di Candido Bottin -Alberto Zuccalà


Carlo, il protagonista del romanzo, nasce nel 1889 in un paese della campagna piemontese. Dopo l’infanzia e l’adolescenza trascorse nell’ambito del mondo contadino di allora, si accorge che non vuole ripetere la vita di fatica di suo padre e si fa convincere da un cugino ad emigrare in Argentina.
Vi rimane pochi anni tra alterne fortune e dopo la morte della ragazza che voleva sposare, complice anche la forte nostalgia della famiglia, ritorna a casa.
Il momento non è propizio perché appena tornato, scoppia la prima guerra mondiale. Carlo, viene chiamato sotto le armi e da soldato si trova a combattere nella 10° battaglia dell’Isonzo dove viene ferito e preso prigioniero dagli austriaci, quindi internato in un campo, da dove riesce a fuggire, proprio nel momento però in cui avviene la rotta di Caporetto. Fortunosamente, con altri commilitoni, riguadagna le linee italiane dietro al Piave.
Tornato a casa si sente spaesato. Suo padre e sua madre sono invecchiati e il lavoro di contadino non fa più per lui. Allora si trasferisce in città per lavorare come carpentiere. Qui entra in contatto con le idee socialiste, proprio nel momento in cui il fascismo prende il potere. L’impatto con il nuovo regime è duro e Carlo lasciare la città per evitare guai peggiori. Col tempo pian piano anche lui si uniforma alla situazione generale e si lascia assorbire dai nuovi eventi, poi nel 1932, con un colpo di testa acquista un ballo a palchetto e comincia a girare per le varie sagre di paese. Nella sua vita manca l’amore, ma questo, improvviso, arriva quando un suo conoscente gli presenta Eugenia. La ragazza ha ventidue anni meno di lui ed ha una figlia nata da una precedente relazione. Nonostante tutto Carlo decide di sposarla e fare con lei una famiglia.
Intanto nel 1940 scoppia la seconda guerra mondiale. La via dura della guerra e alcuni lutti famigliari lo accompagnano sino all’occupazione nazista seguita all’ 8 settembre. Sarà un periodo terribile fra massacri e scorribande partigiane. Poi finalmente tutto finisce con la liberazione.
A questo punto Carlo, anche se ormai ha quasi 60 anni ha il desiderio di costruire una casa per la sua famiglia. Trova in vendita un terreno e comincia a costruirci sopra due stanze, poi altre due per vari anni.
In quel dopoguerra, egli osserva l’evoluzione della società italiana negli anni del boom economico sino al matrimonio delle figlie e all’arrivo dei nipoti.
Il narratore vorrebbe concludere qui la storia, ma l’amico lo incita a proseguire, anche perché ormai ha capito quale rapporto lo lega al protagonista. Così la narrazione riprende con gli ultimi episodi, della vita di Carlo, per concludersi con il suo distacco dalla vita.

martedì 16 luglio 2013

Sorriso - Monica Zuccherino



Lo sguardo innocente di chi non sa cosa succede è emozionante!

Portiamo Noi

Noi Liberi senza guardare dietro, senza esigere passati

NOI

La gioia di un bimbo in un sorriso e una supplica di non finire mai,

di non finire di sventolare fantasia amore e colori!

In un sorriso che vediamo nascere c'e' molto di più

e un clown lo sa!

domenica 14 luglio 2013

Angeli in corsia... codice rosso (il loro naso da clown) - Sabrina Balbinetti

  • Ho sognato un paese lontano
    con lo zucchero a velo sui tetti
    quel pagliaccio mi tiene la mano
    e dormiamo così... stretti, stretti.

    Nel paese di miele e cannella
    tutto sembra avere un gusto più sano
    anche il clown con cravatta e gonnella
    ti sorride e ti accarezza pian piano.

    Non fa male la spiaggia di sassi
    nel paese dei bimbi felici
    c'è l'uvetta sotto i tuoi passi
    ed un mare infinito di amici.

    In un mondo di odio e violenza
    sembra strano trovare persone,
    generose e con tanta pazienza,
    tra i palloni con il rosso nasone.

    Nella giacca a quadretti scucita
    batte un cuore di pezza gigante...
    che ci colora di nuovo la vita...
    ...è del clown dal sorriso smagliante!

sabato 13 luglio 2013

Noi poeti e pittori - Sabrina Balbinetti


Noi
poeti e pittori
funamboli della vita
in equilibrio sulla corda dei giorni
usiamo come bilanciere
un pennello intriso di colori.
Non abbiamo paura di "cadere"
noi
lasceremo un segno!



"Prima o poi ti ammazzo" di Christina Anagnos - Alberto Zuccalà




"Prima o poi ti ammazzo" è un giallo contemporaneo, un romanzo che parla di violenza sulle donne, destinato a uomini e donne di tutte le età e classi sociali. Come la violenza in sé. l'antieroe diventa eroe e prende la sua vendetta... o meglio, semplicemente si difende.

Dal libro...
“… ci sono paesi in cui la violenza fisica e sessuale contro le donne è più presente del pane, paesi senza né leggi né vergogna. Ma anche dove le leggi ci sono, tantissime donne vengono uccise dal proprio uomo.

La violenza all’interno delle mura domestiche non è una semplice disgrazia sociale. È come una malattia fatale, o meglio, come una guerra, con feriti e morti. Va gestita come tale. L’omicidio di un violentatore o di uno stupratore può essere una forma di prevenzione. Impedisce la morte fisica o psicologica di una donna e – diciamocelo - è allo stesso tempo un favore all’umanità.

Le legislazioni non basteranno mai e Dio ha altre priorità in questo secolo. Difendiamoci da sole. Si salvi chi può.”

In copertina foto di Virginia Fragiacomo

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venerdì 12 luglio 2013

Leggera - Lara Mancini

Mi alzerò nel blu
e dal blu non me ne andrò,
quando il sole sarà acqua,
quando la corsa non sarà fatica.
Sarò leggera come l'aria
e dall'aria mi guarderò.
Tramonterò nel vento
e nel vento ricorderò
come sono vissuta.
Bambina o uomo,
serva o Re…
Mi risveglierò nel blu..
e troverò mia madre
e mio padre…
troverò te già nel vento,
e nell'aria ti abbraccerò.
è così che sono vissuta.

martedì 9 luglio 2013

Tornando - Lara Mancini

Sei tempesta sedata o sfida appena conosciuta?
Sei luce e buio, sei il contrasto e il contrario.
Sinonimo di leggerezza o forse di amarezza.
Il tuo camminare è lento, illusione e speranza
perché sei tornado in veste di temperanza.
Esisti nelle contraddizioni, senza menzogna,
ogni parte è vera, senza apparenza.
Non sei la ricompensa dopo il silenzio,
ma sei la prova della mia esistenza.
Sarai emozione breve o forse eterna,
con la differenza che per me non è più
impazienza.
Non sei fede, non sei il suo specchio,
sei quello che ho imparato e da subito apprezzato.
Benvenuto tornado, spazza via tutto...compresa me e il mio passato.

lunedì 8 luglio 2013

Il tempo dei vorrei - Paolo Cos


Vorrei i momenti giusti e i posti giusti.
Vorrei gli sguardi assenti e i silenzi stretti.
Vorrei respiri corti e battiti da liberare.
Vorrei ali per volare e scarpe per restare.
Vorrei pelle da graffiare e lacrime da assaggiare.
Vorrei strade da attraversare e divani per riposare.
Vorrei tavoli da apparecchiare e piatti da lavare.
Vorrei ore monotone da lamentare, e vorrei te per poterle raccontare.