venerdì 30 settembre 2011

Tracce del passato - Sergio PT

 
Spesso da soli; nel loro sguardo non vedi emozioni.
Al più nei loro movimenti lenti, nel respiro affannato, riconosci la fatica del trascinarsi il peso di una vita.

Una vita.... ma quale?

Chi eravate quando, giovani, il mondo vi si presentava davanti, quando eravate voi i protagonisti?
Quando costruivate la nostra eredità? 
Nella vostra fragilità di oggi si nasconde la forza di un passato che difficilmente i giovani riescono o vogliono vedere.
Scrittori, scienziati, medici, muratori, ....  vecchi, malati, soli;dimenticati.

Sergio

giovedì 29 settembre 2011

Noise - Alberto Zuccalà







Qui tutti studiano i neutrini che viaggiano come piccoli pianeti più veloci della luce. Ma solo quando scrivo, sento un nuovo universo. Nonostante il rumore e tutte le chiacchiere impertinenti che la gente rovescia al mondo, maturandole nel profondo delle sue insoddisfazioni. Ne avessi ancora di scoperte ad occhi blu e così, dalla mia stanza, avanposto del silenzio, vorrei chiedere a ciascuno di voi "Tu che sogno hai?".

mercoledì 28 settembre 2011

Alla fine - Alberto Zuccalà



Al calore dello spazio, aprirò il purgatorio delle mie lampadine spente e dell'infinito che vorrei raccontare minuto per minuto, nel fotogramma inconstante della fiamme eterne, consumate nei braceri scalzi delle prostitute. Steso al buio non vedo le sirene incantatrici. Perciò mio Signore, portami nel mare aperto, oltre i recinti spinati dei pensieri o sulle scrivanie piene di sonno, dove il tempo non resiste più se non torna a scrivere per te.

Muoversi o restare fermi? -- Sergio PT




Ad un certo punto ti capita di vedere che, altrove, le cose sono diverse. 
Ti accorgi che ciò che sei abituato a considerare "normale", in altri posti è totalmente privo di senso.
Capisci che si può fare e stare molto meglio;  che la tua condizione non è poi così buona, ma ti ci sei solo adattato.
Allora  che fai? Resti fermo, sempre lì, sempre uguale, o ti muovi per creare o cercare  una condizione migliore?
Vogliamo essere dinosauri? Resistere resistere resistere....  nell'attesa che una glaciazione ci faccia diventare fossili da museo?
Sergio

Interrogativi - Alberto Zuccalà


Passa il tempo e il cielo perde i suoi occhi. A volte vorrei riascoltare il rumore delle scelte. Non per ricalibrarne eventualemte il pensiero, ma riavere me accanto a me stesso. Mi chiedo spesso "cosa fare?" e non ho nessuno. Ma son contento, perchè l'unico animale che si chiede "cosa fare" è l'uomo. Tutti gli altri sanno benissimo cosa fare. Sono programmati all'istinto e se sbagliano vengono abbattuti. L'uomo invece si domanda secondo l'obiettivo che si pone. E l'obiettivo è sempre la felicità

martedì 27 settembre 2011

Un dono grande - Mariagrazia

Ricordo che da bambini abbiamo inventato il gioco delle ''torture'': abbracciati nel lettone di mamma e papà ci bloccavamo a vicenda per ''torturarci'' e farci il solletico. Ci regalavamo un sorriso, per amore! Ora abbiamo un pò perso il ritmo delle nostre torture ma lui è sempre pronto a non perdersi nemmeno una puntata della mia vita! ''Croccante fuori e tenero dentro'' è qui a regalarmi la più vecchia storia d'amore della mia vita!E' qui a donarmiun amore che rinnova e asciuga le lacrime! Ci penso ogni giorno. Mio fratello non è soltanto un legame di sangue! Lui è un DONO GRANDE!

Tic - Alberto Zuccalà

Tic, tac, tic, tic, tac, tic, tic, tic, tic, tac, tac, tac, tac, tac, tic, tic, tac, tic, tic, tic, tac... quando lo vidi scrivere provai un senso d'attesa pensierora e produttiva. Come quelli che succedono mentre sei seduto ad aspettare il numero del tuo biglietto e progetti. Tac, tic, tic, tac, tic, tic, tic, tic, tac, tac, tac, tac, tac, tic, tic, tac, tic, tic, tic... Ripensavo a quanto sia giusto. "Non è bene che l'uomo sia solo". E con Lisa si sentivano così: solo tic, tac, tic, tic, tic, tac...

zumpallicchiu

Il racconto del pesce pagliaccio (Parte IV)- Carlotta Fai


Accadde che una sera aveva appena terminato di intagliare un braccialetto,quando appoggiò la testa sul tavolo da lavoro e chiuse gli occhi,riflettendo su cosa sarebbe successo se per un giorno soltanto fosse diventato un pesce pagliaccio.
Nel cielo erano alte le stelle. Sua mamma si divertiva,quand’era piccolo,a raccontargli la storia di Lucillà,figlia Di Orsa Maggiore che voleva scendere sulla terra e incontrò un bambino con cui divenne un’amica indimenticabile.
Era lassù in quel momento,insieme alle sue sorelle e alla mamma Orsa Maggiore. Memore del suo sogno realizzato,la piccola stella ne fece dono ad Armando,che in quel momento si mise a saltellare sulla sedia,sentendo che non riusciva a respirare.

lunedì 26 settembre 2011

Sola come una barchetta - Alberto Zuccalà



I sensi stanno ai confini del nostro corpo e sono le strade per oltrepassare la frontiera e metterci in comunicazione con gli altri mondi che ci passano accanto. Tolgono il blocco che chiude la persona nella solitudine. "Non è bene che l'uomo sia solo". Paola, sedendosi accanto a Luca, la sera, ogni sera, lo sentiva. Io li ho visti. Non sembravano più soli come una barchetta.

zumpallicchiu

Il racconto del pesce pagliaccio (Parte III)- Carlotta Fai

Si scelsero,si vollero bene,non potevano più fare a meno gli uni degli altri. I genitori di Armando lo vedevano solo una volta al giorno,a notte inoltrata,prima che fosse il momento di andare a dormire. Il resto del giorno era sempre in riva al mare,con i suoi strumenti di lavoro,con le sue ceste di giunco,con i suoi piccoli recipienti di argilla,con i suoi colori a tempera. Sempre lì con i suoi buffi amici.
Il desiderio di poter diventare anche lui un pesce lo divorava,giorno per giorno. Poter finalmente fuggir via da tutto,immergersi,letteralmente, in un altro mondo,abbandonare quella gente,non perché si fosse stancato,ma per il semplice fatto che essendo un ragazzo molto sognatore aveva in mente tante realtà diverse e non solo quella vissuta a guardare il mare da lontano,senza poterlo vivere.

domenica 25 settembre 2011

Come un neutrino - Mariagrazia


Corriamo. Corriamo per lavoro, per sport, per amore... Corriamo anche appresso ai sogni... anzi, li rincorriamo! Chi di noi però non ha mai desiderato di trovare riposo in un giorno di CORSA?
Da qui però  nascono i ''non ne ho voglia''! Eppure voglia ne ho. Ho voglia di un Senso! Ho voglia di Te!
E Tu trasformami, perchè verso quel Senso possa correre più veloce di un neutrino!

Il racconto del pesce pagliaccio (Parte II) - Carlotta Fai

Un giorno accadde che vide passare un banco di pesci rossi. Ma non erano banali pesci rossi.  Avevano delle strisce bianche a livello delle pinne e guizzavano da una parte all'altra. Sembravano così felici! Nuotavano attorno ai piedi di Armando e lui dall'alto della sua statura,tra lo stupore e la meraviglia e la gioia li guardava sorridendo. Erano pesci pagliaccio. Non se ne sono mai visti da quelle parti. “Sono i pesci più belli che abbia mai visto” pensava. Non sapeva quanto si sarebbero fermati da quelle parti,ma non voleva perdere l’occasione di godersi la loro permanenza. Andò in casa e tolse alcune molliche di pane dalla crosta,ritornò a riva e ne buttò un po’ ai simpatici pesciolini. Era l’inizio di una meravigliosa amicizia.

Nelle parole i fatti - Alberto Zuccalà



Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò.


Le parole non hanno la stessa potenza dei gesti. Le parole non sanno quello che fanno. Le parole sono anime scampate alla gola, alla pancia. Le parole sono finzioni, trappole camaleontiche. E' più facile innamorarsi delle parole perchè disegnano l'immortalità, ma l'immortalità è una cosa da vivere nel linguaggio universale dei gesti. Un pò come la musica. La senti quando la vedi.


zumpallicchiu

sabato 24 settembre 2011

Nidi - Alberto Zuccalà

Guardava all'impulso dei sentimenti e all'intuito della ragione, alla somiglianza dei temperamenti e soprattutto alle virtù. Rifiutava gli iracondi, i chiacchieroni, gli instabili, i sospettosi. Giustamente li riteneva inopportuni per un rapporto di amicizia. Le dissi che aveva ragione, che l'estasi della scoperta era molto meno importante della fedeltà feriale del rapporto affettuoso. E Janhet tolse il velo dal volto. Usciva da un nido.

zumpallicchiu

Il racconto del pesce pagliaccio (Parte I) - Carlotta Fai

Voglio raccontarvi una favola sottoforma di sogno e un sogno sottoforma di favola. 
Un sogno tra coralli,sabbia,e regni in fondo al mare. 
Le migliori favole iniziano con "C'era una volta..." 
E lo dicono con l'assoluta certezza che quelle cose ci sono state sul serio.Dunque...
C'era una volta un villaggio che affacciava direttamente sul mare,delimitato tutt'attorno da una spelonca. La gente del posto amava molto il mare,ne avevano cura,mantenevano l'ambiente incontaminato come fosse il più prezioso tra i tesori. 
Vivevano in grande armonia e sapevano adoperarsi in qualsiasi mansione. C'erano gli artigiani,i maniscalchi,i fabbri,pittori,tessitrici,falegnami,i maestri librai,i mezzadri e ovviamente i pescatori. 
Accanto alla spelonca abitava una famiglia formata da padre,madre e due figli maschi. Il padre era un pescatore. Lì al villaggio lo chiamavano "pescatore di sogni": di poche persone il mare conserva un buon ricordo. Di poche anime ne sente il respiro. Di pochi cuori ne ascolta il battito. Come gli uomini che parlano ai cavalli,così i pescatori di sogni parlano all'acqua; che non è come parlare al vento. Eudora,la moglie,era la migliore sarta del paese: abilissima a confezionare molti abiti di bisso,un tessuto ricavato dalla seta prodotta da un mollusco. Ernesto,il maggiore,era un rilegatore. Amava l'odore della carta stampata,ma soprattutto dei libri antichi,il lasciapassare per i sogni,"l'eternità" come direbbe suo fratello Armando,il minore,che invece amava intrecciare cesti di giunco e fabbricava qualsiasi cosa a mano.. era un abile artigiano,ogni cosa che produceva dalle sue mani aveva un significato particolare perchè era sua e di nessun altro. Era un sognatore,e amava molto gli animali. Talvolta,quando albeggiava,e il sole usciva dall'acqua come una gigantesca bolla di sapone,usciva di casa,e immergendo in acqua i polpacci,si godeva lo spettacolo.

IDEA grezzaMENTE liberata dalla mia MENTE!

Ed accade ogni qualvolta riapro gli occhi - anche solo dopo aver superato la fase (losing my religion/ REM) -  cheeee la “ho voglia di QUEL qualcosa di buono” - scopiazzatissima alla pubblicità del cioccolatino d’oro… mi assale! L’aROMAdel caffè che emana quel proFUMO… diSTENDE nuovamente il mio corpo!  Tra un po’ saranno le 17 e penserò aL THE’…per MHE’!
Buon pomeriggio a tutti
Quando parlavo di "idee IN CANTIere" volevo sottolineare l'INCANTO delle mie/nostre ipotetiche idee che erano IN CANTIERE nella mia/nostra testa!!                                                                  
Maria Luisa Zarrelli

venerdì 23 settembre 2011

Chi sei? - Alberto Zuccalà


«Ma voi chi dite che io sia?»


Quando lo leggo non penso al Cielo, nè a quello che è stato per me avere, nel passato, lampi di intuizione nei confronti dell'amore che propone il Vangelo. Quando lo leggo provo a metterci il nome di qualcuno che mi è accanto al posto di quello scontato che recità il nome di "Gesù", in questo modo, quando lo leggo, so a chi parlo. Anche se non so comportarmi poi come vorrei, confesso che poggio almeno il pensiero sulla ricerca di un volto a me vicino per rispondere di gusto a questa domanda. 

zumpallicchiu

giovedì 22 settembre 2011

L'ebbrezza del volo - Sergio

Domani sarò in volo.
Volare ha un fascino che non dipende da quante volte uno l'ha già fatto. E' sempre la stessa,  l'ebbrezza di una dimensione non nostra, non umana.
Il doversi affidare a qualcosa che non vediamo, impalpabile come l'aria.
Senti forte la spinta nello stomaco, la velocità.... e poi lo slancio, e sei su, leggero.
Volare, ti porta lontano, a conoscere mondi inesplorati, punti di vista diversi.

Volare è una bellissima esperienza "terrena"...  ma  è anche la terrena metafora dell'ebbrezza che può dare l'affidarsi a Qualcuno che non vediamo, impalpabile come l'aria, che ci fa sentire forte la Sua spinta, e che ci sorregge, facendoci sentire leggeri, alla scoperta di punti di vista inesplorati....Dio.
Sergio.

Trappole - Alberto Zuccalà

Ho sangue nella gola. Me ne sono accorto poco fa. Non lo sapevo. Me ne sono accorto per caso dopo un dolore. Ho premuto col dito in fondo e l'ho ritirato macchiato di sangue. Spero non sia niente di grave. Quando sputo si mischia alla saliva e quando degludisco mi fa male sulla parte destra. Mi passerà? Cos'é che non passa? Passano i Cieli, passano le Terre e non può passare un sangue in gola? Ci sono dolori tutti femminili, e dolori tutti maschili. Questo è uno di quelli che può capitare a chiunque. Il "goderne", solo a pochi.

zumpallicchiu

mercoledì 21 settembre 2011

E che cactus! - Alberto Zuccalà

Il cielo di oggi è chiuso. Il Dio curioso scruta solo attraverso alcune fenditure. Ed io? Scrivo sulle pagine ruvide di un asfalto asciugato già dieci volte dalla pioggia di ieri. Ho visto una ragazza di trent'anni che sbatteva per malattia e due vecchi a respirare sulle panchine. I calcoli se ne vanno a puttane. Vuoi o non vuoi è così! E' imprevedibile la storia di ognuno e per questo motivo, lontano, lontano nel tempo, ci sarà qualche angelo intento ancora a disperarsi. Almeno un pò. 


zumpallicchiu

martedì 20 settembre 2011

Senti Senti - Alberto Zuccalà


A volte penso che la straordinarietà non stia tanto nel vivere, quanto nel sentire. Daniele aveva un orecchio solo per sentire. E aspettava di sentire quello che gli altri riuscivano a sentire. Perchè se senti hai una macria in più nei confronti delle scelte. Non perchè esista una trama misteriosa dietro, ma perchè le scelte parlano e chi ha orecchi ha l'opportunità di sentire.


Zumpallicchiu

Goccia - Alberto Zuccalà

Le gocce vanno più veloci di me. Partono da lontanissimo e poi te le ritrovi vicino a scivolare. Le gocce hanno un solo percorso e solo alla fine si uniscono ad altre gocce arrivate prima di loro. Per tutto il tempo sono sole, in uno spazio in cui non vanno nè più veloci, nè più lente di altre gocce. Oggi piove. Non solo qui. Io vorrei seguirle. Non so se vorrei essere una goccia, perchè alla fine le gocce muoiono, ma vorrei seguirne una.

Zumpallicchiu

domenica 18 settembre 2011

Punto di partenza!!! - Carlotta Fai

Siamo in tanti,tante teste,ha detto Alberto,ma un unico gruppo e un unico blog, il nostro piccolo mondo di confronti,di scambio di idee e conoscenza reciproca. Uno scacciapensieri per la mente!  Un modo per mantenere unite le lunghe distanze,per non sentirci soli,per comunicare noi stessi e le albe e i tramonti della nostra mente.Anzi,solo albe. Solo inizi. Solo principi di una cosa,senza alcuna fine. Scriviamoci senza tregua,senza impegno e con la spontaneità e semplicità di cui siamo capaci! 

Carlotta

INIZIAMO L'AVVENTURA - Alberto Zuccalà


In realtà siamo in tanti, ci vorrebbero più immagini come questa, ma siamo una cosa sola, un SINCROTRONE, un accelleratore di particelle (di idee). Diamo vita a questo blog sperando ci entusiasmi ogni giorno di più. 
Siamo molte mani, molti occhi, molte idee, molte pance e iniziamo questa esperienza di condivisione impegnando il nostro tempo libero perchè non crediamo al vuoto delle cose. 
Iniziamo da qui. 

Alberto